Acido folico in gravidanza
EFSA – European Food Safety Authority
Acido Folico (Rischi e Benefici) (06 Ottobre 2009)
Pubblicato il Rapporto ESCO sui Rischi e Benefici dell’ Acido Folico che ha Esaminato le Prove Scientifiche Relative all’Assunzione di Elevate Quantita’ di Acido Folico e la Necessita’ di Rivedere gli Attuali Documenti Orientativi sui Tenori Superiori Ammissibili
di Acido Folico per Tutti i Gruppi di Popolazione.
Il Gruppo di Lavoro fa Notare che i Dati Attuali sono Insufficienti per Permettere una Valutazione Quantitativa Completa dei Rischi Legati all’Acido Folico e che gli Sviluppi Scientifici in Questo Settore Debbono Essere Monitorati Attentamente.
Mentre i Benefici per la Salute dell’Acido Folico in Termini di Riduzione del Rischio di Difetti Congeniti del Tubo Neurale sono Ampiamente Dimostrati da Studi Interventistici sugli Esseri Umani, gli Altri Benefici per la Salute (ad Esempio una Riduzione del Rischio
di Malattie Cardiovascolari) Non Sono Sostenuti da Prove Certe. La Relazione ha Anche Esplorato il Rapporto tra Acido Folico e Rischio di Tumore e ha Concluso che i Dati Attuali sono Troppo Limitati per Permettere una Valutazione Quantitativa Completa del Rischio Acido Folico-Tumore e che gli Sviluppi Scientifici in Questo Settore Devono Essere Monitorati con Attenzione (da VDA)
Tuttavia l’acido folico sarebbe efficace nella prevenzione di difetti cardiaci congeniti.
Una nuova ricerca, pubblicata sull’European Heart Journal, sembra dimostrare l’importanza dell’assunzione di integratori di acido folico in gravidanza e non solo per prevenire la spina bifida e altri difetti del tubo neurale.
Lo studio condotto da Ingrid van Beynum della Università di Nijmegen ha preso in esame 611 donne che avevano partorito bambini con anomalie cardiache e ha scoperto che queste donne avevano assunto con meno regolarità l’acido folico.
La studiosa olandese è, così, giunta alla conclusione che le donne che durante la gravidanza avevano assunto integratori di acido folico avevano il 26% di percentuale di rischio in meno di avere un figlio con un difetto cardiaco congenito, rispetto alla popolazione generale, e del 40% in meno di avere un bambino con un’anomalia che coinvolge il setto cardiaco.(da Mednews)
Scritto il 9 novembre, 2009