Aspirina a basse dosi come prevenzione della preeclampsia
Secondo un documento dell’U.S. preventive services task force (Uspstf) pubblicato su Annals of internal medicine, basse dosi giornaliere di aspirina potrebbero prevenire la preeclampsia. «La buona notizia è che anche i medici di medicina generale potranno da subito contribuire in modo attivo alla prevenzione di questo disturbo nelle donne in gravidanza con rischio elevato di sviluppare la malattia» esordisce Jessica Herzstein, membro della task force che ha redatto il documento e direttore medico della Air products and chemicals ad Allentown, Pennsylvania, azienda produttrice di gas atmosferici e industriali. Nel 1996, quando Uspstf produsse il primo documento sulla preeclampsia, mancavano prove sufficienti per consigliare o sconsigliare l’uso di aspirina in termini preventivi. «Ma le cose cambiano, e da diversi studi recenti emergono evidenze sufficienti a raccomandarne l’uso a basse dosi dalla 12ma settimana di gestazione in donne ad alto rischio» riprende la ricercatrice. Per dirla in numeri, le stime parlano di una riduzione del rischio di preeclampsia del 24%, di nascita pretermine del 14% e di Iugr, il ritardo di crescita intrauterino, del 20% con dosi di aspirina da 60 a 150 mg al giorno. «L’aspirina a basse dosi, inoltre, non sembra aumentare le probabilità di distacco di placenta, emorragia post-partum, emorragia intracranica fetale o mortalità perinatale» spiega Herzstein, elencando i fattori che mettono le gestanti a rischio di preeclampsia. Il primo è la sua presenza in una gravidanza precedente, seguito in ordine di importanza da una serie di malattie croniche concomitanti tra cui l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito e le patologie autoimmuni. «Le donne in gravidanza con uno o più di questi fattori di rischio sono le candidate ideali a ricevere aspirina a basse dosi a scopo preventivo» conclude l’autrice, osservando che l’American college of obstetricians and gynecologists, la World health organization, il National institute for health and clinical excellence, l’American heart association, l’American stroke association e l’American academy of family practice hanno approvato raccomandazioni simili.(da Doctor33)
Ann Intern Med. Published online 9 September 2014 doi:10.7326/M14-1884
Scritto il 16 settembre, 2014
