CIN 3 a rischio cancro in vecchiaia
Nelle donne trattate per Cin3, neoplasia cervicale intraepiteliale di grado 3, aumentano le probabilità di ammalarsi e morire di cancro cervicale o vaginale rispetto alla popolazione femminile generale, con un’accelerazione del rischio oltre i 60 anni. Queste le affermazioni di Pär Sparén, professore di epidemiologia e biostatistica al Karolinska Institutet di Stoccolma nonché coordinatore di uno studio pubblicato sul British Medical Journal. «La comparsa di una displasia indica la formazione di cellule anomale sulla cervice uterina dovuta a un infezione da papillomavirus» spiega il ricercatore. Se le anomalie sono lievi, scompaiono di solito da sole senza bisogno di cure. In altri casi, tuttavia, la displasia non guarisce in modo spontaneo, e le cellule vanno incontro a una trasformazione precancerosa con possibile evoluzione in cancro cervicale. In base alla quantità di anomalie presenti, la displasia viene classificata in tre gradi Cin, acronimo di Cervical intraepithelial neoplasia. E Cin3, il più grave, significa che quasi tutte le cellule cervicali sono anomale o precancerose. «Nessuno studio aveva finora esaminato il ruolo dell’invecchiamento sul rischio di morte per cancro cervicale dopo il trattamento di una displasia Cin3» riprende l’epidemiologo, che assieme ai colleghi del Karolinska e del Sahlgrenska University Hospital ha usato per lo studio i dati del Registro Tumori svedese. E dopo gli opportuni calcoli statistici i ricercatori hanno scoperto un aumento delle probabilità di sviluppare e morire per cancro vaginale o del collo dell’utero nelle donne già trattate per Cin3. Il rischio sale con l’età e raddoppia nei trent’anni successivi al trattamento. «La cura per Cin3 protegge dal cancro cervicale, e solo una minoranza delle donne, circa una su mille, svilupperà il cancro e ne morirà» rassicura Sparén. E in un editoriale di commento Marc Arbyn, direttore di Epidemiologia allo Scientific institute of public health di Bruxelles, scrive: «Servono ulteriori studi per identificare i fattori predittivi del rischio futuro. Nel frattempo vanno prese tutte le misure necessarie per garantire un follow-up a lungo termine nelle donne trattate per Cin3, specie dopo i 50 anni».(da Ginecologia33)
Scritto il 21 gennaio, 2014