Infertilità maschile e terapia con FSH
(DIRE – Notiziario Sanita’) Roma, 4 nov. – Secondo una stima dell’Organizzazione mondiale della Sanita’ (Oms), nei Paesi industrializzati, circa il 10-20% delle coppie soffre di problemi di fertilita’.In passato la mancanza di concepimento si riteneva dipendesse soprattutto dalla donna. Studi recenti hanno invece dimostrato come almeno nel 34,5% dei casi e’ l’uomo a soffrire di una ridotta capacita’ riproduttiva e, nonostante gli adulti abbiano ormai preso coscienza del loro ruolo primario rispetto alle difficolta’ del concepimento, la quasi totalita’ della popolazione maschile (90%) non fa prevenzione, non consulta un andrologo e nel 50% dei casi non si sottopone ad alcuna visita andrologica, nemmeno a seguito di una diagnosi di infertilita’.
Quest’ultima, infatti, viene presa in considerazione solo nel momento in cui la ricerca di un figlio e’ accompagnata da una serie di insuccessi.
“Le principali cause d’infertilita’ maschile sono di tipo chirurgico (ostruzione dei dotti, anomalie congenite del tratto genitale, varicocele e criptorchidismo), medico (immunologiche, infettive, endocrine, disfunzioni sessuali e genetiche, cancro e sue terapie) e idiopatico” spiegano gli esperti. Nel 20-25% degli uomini infertili non e’ possibile rintracciare la causa precisa dell’infertilita’. Questa condizione viene definita “idiopatica”, intendendo con questo termine una diminuzione della funzione degli spermatozoi per accumulo di un danno genomico.
Uno dei principali fattori che determina il potenziale della fertilita’ maschile e’ la qualita’ degli spermatozoi, riconducibile ad alcune caratteristiche biochimiche-funzionali piu’ che ai classici parametri della concentrazione morfologica e della motilita’ e, per questo motivo, alcune terapie possono mirare a riattivare la spermatogenesi e modificare il pattern biochimico-funzionale dello spermatozoo.
Durante il simposio verra’ illustrata l’efficacia del trattamento con ormone follicolostimolante (FSH) in soggetti oligozoospermici ed idiopatici e saranno presentati recenti studi a conferma della validita’ della terapia. “L’ormone FSH influenza l’attivita’ degli spermatogoni, precursori delle cellule da cui avranno origine gli spermatozoi nel processo noto con il termine di spermatogenesi – aggiungono gli esperti nella nota – La terapia con FSH si propone come cura specifica anche per tutti i soggetti che presentano un problema d’infertilita’ causata da ipogonadismo ipogonadotropo, condizione clinica nella quale il testicolo non produce piu’ spermatozoi o ne produce molto pochi”.
In sintesi il trattamento con rFSH aiuta a risolvere le forme di alterazione maturativa della spermatogenesi da ipogonadismo ipogonadotropo classico e funzionale; mette i soggetti responder in condizione di recuperare la fertilita’ spontaneamente, evitando a volte il ricorso a costose procedure IVF (fecondazione in vitro); rende potenzialmente fertili molti dei soggetti infertili, migliorando la capacita’ funzionale degli spermatozoi e aumenta le probabilita’ di successo delle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).
(Wel/ Dire)
Scritto il 7 novembre, 2010