Iperemesi gravidica
Metoclopramide in gravidanza
(New England Journal of Medicine )
Negli USA il trattamento dell’iperemesi gravidica del primo trimestre comprende l’uso di vitamina B6 associata ad antistaminici (doxilamina, prometazina, meclizina); solamente in caso di insuccesso di questi farmaci si ricorre alla metoclopramide, potente antagonista della dopamina.
Il ricorso alla metoclopramide nelle fasi iniziali della gravidanza è sicuro oppure può determinare malformazioni fetali?
Per rispondere a questo serio quesito alcuni ricercatori hanno utilizzato un database di cartelle cliniche relative ai parti effettuati in un grande ospedale di Israele dal 1998 al 2007: in tale periodo sono nati 81.703 bambini e sono stati praticati 998 aborti terapeutici (l’età media delle madri è stata di 28 anni, il 60% circa di etnia beduina e il restante ebree).
Tra le donne che hanno partorito singoli neonati o sottoposte ad aborto c’era stato il ricorso alla metoclopramide nel 4.2% e nel 3.8%, rispettivamente.
Tra le donne che avevano utilizzato la metoclopramide ed avevano partorito figli vivi, la percentuale di malformazioni fetali maggiori è stata del 5.3%; tra quelle che non avevano utilizzato metoclopramide la percentuale è stata del 4.9% (OR 1.04 – IC 95%: 0.89-1.21) per cui la significatività statistica non è stata raggiunta.
L’uso di metoclopramide non è nemmeno risultato associabile a malformazioni minori e non si è registrato alcun rapporto dose-effetto.
Il commento a questo articolo:
Il ricorso alla metoclopramide, anche in epoche precoci di gravidanza, non si associa ad aumento delle malformazioni fetali, per cui il suo utilizzo può essere esente da rischi per il bambino.
Occorre però sempre tenere presente la possibilità (modesta ma non remota) che questo farmaco induca reazioni extrapiramidali nella madre, sia di tipo acuto (distonia) sia tardivo (ipo e discinesia).
Bibliografia
Scritto il 9 novembre, 2009