Maggiori problemi per il parto per le donne straniere
PIÙ GIOVANI, MA PIÙ PREMATURI: “POCA PREVENZIONE”
(DIRE – Notiziario Roma) Roma, 20 gen. – Il 56,9% dei ricoveri ordinari di donne immigrate e’ per partorire, e i parti effettuati da donne straniere in Italia sono circa 90mila su 500mila.Un bambino su 5 nasce da una donna immigrata – inoltre le immigrate al momento del parto hanno un’eta’ mediamente piu’ bassa rispetto alle italiane (28,4 anni rispetto ai 31,5 delle partorienti italiane), ma hanno maggiori probabilita’ di incorrere in alcuni problemi come nascite premature, minore peso alla nascita del neonato e malformazioni congenite.
Per quanto riguarda i dati emersi, in particolare tra i parti di donne immigrate si registrano percentuali maggiori di nascite sottopeso, di parti pre termine, maggiori malformazioni congenite fino a un numero maggiore di morti perinatali.
Tra le cause c’e’ il minore ricorso alla prevenzione, un ricorso piu’ tardivo agli esami e servizi prenatali, insieme a fattori sociali come il tipo di lavoro, spesso piu’ usurante o con orari molto piu’ lunghi. Ma le differenze, in termini di salute e accesso ai servizi sanitari, tra le donne immigrate e le italiane sono ancora tante, con l’evidenza del tasso di fecondita’ quasi doppio (rispettivamente 2,05 delle immigrate contro l’1,33 delle italiane), che ha riportato il numero di figli per donna a 1,41, per la prima volta a questi livelli dal 1985. Un contributo notevole al ricambio generazionale viene dunque garantito proprio dalle donne immigrate, che pero’ presentano anche un maggiore tasso di abortivita’ volontaria, cioe’ le straniere fanno anche maggiore ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, che invece e’ fra le principali cause di ricovero in day hospital (il 55,8% dei ricoveri in Day hospital tra le immigrate e’ per effettuare un’Ivg). Una serie di dati che mostrano la necessita’ di politiche sanitarie pensate per informare e coinvolgere le donne migranti, che spesso non sanno di avere gli stessi identici diritti delle cittadine italiane.
(Wel/ Dire)
Per quanto riguarda i dati emersi, in particolare tra i parti di donne immigrate si registrano percentuali maggiori di nascite sottopeso, di parti pre termine, maggiori malformazioni congenite fino a un numero maggiore di morti perinatali.
Tra le cause c’e’ il minore ricorso alla prevenzione, un ricorso piu’ tardivo agli esami e servizi prenatali, insieme a fattori sociali come il tipo di lavoro, spesso piu’ usurante o con orari molto piu’ lunghi. Ma le differenze, in termini di salute e accesso ai servizi sanitari, tra le donne immigrate e le italiane sono ancora tante, con l’evidenza del tasso di fecondita’ quasi doppio (rispettivamente 2,05 delle immigrate contro l’1,33 delle italiane), che ha riportato il numero di figli per donna a 1,41, per la prima volta a questi livelli dal 1985. Un contributo notevole al ricambio generazionale viene dunque garantito proprio dalle donne immigrate, che pero’ presentano anche un maggiore tasso di abortivita’ volontaria, cioe’ le straniere fanno anche maggiore ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, che invece e’ fra le principali cause di ricovero in day hospital (il 55,8% dei ricoveri in Day hospital tra le immigrate e’ per effettuare un’Ivg). Una serie di dati che mostrano la necessita’ di politiche sanitarie pensate per informare e coinvolgere le donne migranti, che spesso non sanno di avere gli stessi identici diritti delle cittadine italiane.
(Wel/ Dire)
Scritto il 22 gennaio, 2011