Spirale contraccettiva (IUD): l’errato posizionamento riduce l’efficacia
Uno studio retrospettivo statunitense condotto su un campione di donne gravide nonostante l’uso di un dispositivo intrauterino (Iud) dimostra che la presenza della spirale non è “di per se” garanzia di efficacia anticoncezionale. Lo dimostrano i risultati di uno studio retrospettivo condotto da Elysia Moschos eDiane M. Twickler, dell’University of Texas Southwern Medical Center, su 42 donne con un’età media di 26 anni con una storia di posizionamento di Iud e positività alla gonadotropina corionica nel siero al primo trimestre. Si sono avute 31 gravidanze intrauterine (Iup), 3 ectopiche e 8 a localizzazione ignota. In 36 casi è stato visualizzato lo Iud mediante ecografia e imaging 2D: 21 dispositivi (più della metà) erano malposizionati. Più precisamente, in riferimento alle 31 Iup, 8 Iud erano all’interno dell’endometrio, 17 erano malposizionati e 6 non sono stati visualizzati. Nel complesso, un errato inserimento dello Iud ha triplicato la probabilità di una Iup. In 20 casi si è avuta una gravidanza a termine, in 6 si è registrata un’interruzione entro 20 settimane, in 5 non sono disponibili gli outcome. In alcuni casi le donne hanno riportato sanguinamenti, dolore o perdita dei fili, ma i sintomi non sono stati necessariamente predittivi di malposizionamento della spirale. In base a tali evidenze, gli autori consigliano l’esecuzione di un controllo ecografico (non effettuato routinariamente) subito dopo il posizionamento e, in seguito, una volta all’anno, per confermare la giusta collocazione del dispositivo intrauterino.(da Ginecologia 33)
Am J Obstet Gynecol, 2011; 204(5):427.e1-6
Scritto il 23 maggio, 2011